Osservando la sua organizzazione sociale o la sua grande ingegnosità, ci rendiamo subito conto che l’ape è un insetto affascinante. Il suo ruolo impollinatore è essenziale per il buon equilibrio tra natura e biodiversità. Ma lei chi è veramente? Scopri il nostro primo piano sulle diverse specie di api in questo file.
Che aspetto ha un’ape?
Insetti imenotteri, api (antophilae) fanno parte della famiglia degli apodidi. Questo insetto è riconoscibile per la prima volta dal suo corpo tozzo e solitamente peloso nella metà superiore. Le sue dimensioni, da 9 a 15 millimetri, variano a seconda della specie; il suo peso oscilla tra i 60 e gli 80 milligrammi. Anche il suo addome, che varia di colore dal giallo al marrone scuro, presenta bande nere. La testa è dotata di antenne, veri e propri sensori multisensoriali molto utili per rilevare la presenza di estranei ed esplorare il proprio ambiente. I suoi occhi, composti da 4000 a 6000 sfaccettature esagonali, gli consentono di avere un’elevata velocità di fusione delle immagini, nonché un campo visivo molto ampio, vicino ai 360 gradi. L’ape ha anche sei zampe, che generalmente rappresentano il suo principale strumento di lavoro, sia per la costruzione che per l’impollinazione. È molto mobile e può volare in avanti, indietro o lateralmente utilizzando due paia di ali membranose. Infine, ha un pungiglione pieno di veleno. Le api sono spesso temute per la loro puntura, come nel caso delle vespe. Tuttavia è molto raro che attacchino gli esseri umani, a meno che non si sentano attaccati, o in caso di emergenza, per difendere l’alveare o le riserve. In ogni caso, se punge, la puntura piantata strappa parte dell’addome, il che porta alla morte dell’insetto.
L’ape può vivere quasi ovunque sul pianeta, ad eccezione dell’Antartide, che vive un inverno troppo freddo.
Quante specie di api esistono?
Attualmente esistono 20.000 specie nel mondo, di cui 2.000 in Europa e quasi 1.000 nella Francia metropolitana. La diversità è quindi impressionante: piccole, grandi, gialle, nere, primaverili, estive o autunnali, le api sono tutte diverse. Una prima grande distinzione viene fatta comunque in base al loro modo di vivere: api domestiche o selvatiche, solitarie o sociali. È anche possibile differenziarli in base al loro habitat.
Informazioni generali sulla classificazione delle api
Tutte le specie di api, selvatiche o domestiche, sono riconosciute come vegetariane e raccoglitrici. Volano di fiore in fiore e si nutrono del loro nettare, grazie al loro apparato boccale masticatore-leccante. Forniscono anche l’impollinazione, il trasporto del polline necessario per la riproduzione delle piante.
La maggior parte delle api selvatiche sono terricole: nidificano nel terreno, nidificano in gallerie cave, nei fusti delle piante, nel legno morto, nelle fessure delle rocce o persino in un guscio di lumaca vuoto! Sono anche solitari, depongono le uova nel proprio nido, anche se non è raro che se ne trovino diversi nello stesso posto, a causa di un istinto di branco. Infine, è importante notare che la grande maggioranza delle api selvatiche non produce miele. Alcune specie possono produrlo in quantità minime. Ma sono le api domestiche (insetti nidificanti) a produrne molti: queste ultime vengono poi chiamate “api da miele”, ovvero api mellifere.
In Francia le api sono suddivise dal punto di vista tassonomico in sei famiglie, di cui di seguito le principali caratteristiche.
Le apidi
Questa è la famiglia più numerosa e diversificata: amegilla, anthophora, apis, ceratina, tetralonia, xylocopa… Esistono specie altamente sociali, la più famosa delle quali rimane l’ape mellifera o europea (apis mellifera), addomesticato e allevato dall’uomo su larga scala attraverso l’apicoltura. Peloso e con una lunga lingua che gli permette di raccogliere il nettare dai fiori, si nutre di polline e melata. Trasforma poi parte del suo raccolto in sottoprodotti: miele, cera, propoli e pappa reale.
Vive in un alveare, e all’interno di una colonia organizzata in tre caste, che possono contare fino a 80.000 individui in piena estate: le operaie; i maschi, o “falsi fuchi”; e la regina. Il vero calabrone (bombus) fa comunque parte anch’essa di questa famiglia e deve essere differenziata da questa ape maschio.
Megachilidi
Questa categoria comprende specie selvatiche costruttrici o scavatrici, che utilizzano sistematicamente vari materiali per costruire i loro nidi: anthidium, chalicodoma, osmia, heriades, trachusa… Il loro lato ventrale è generalmente più peloso, il che consente loro di immagazzinare più polline. Vengono quindi distinti i sottogruppi. Si possono ad esempio citare i muratori, che costruiscono il loro nido con sassi, fango o sabbia, e vi dedicano tutta la loro esistenza; gli arazzi, che lo ricoprono di foglie o petali di fiori; o gli alberi resinosi, che fanno il loro riparo utilizzando alberi resinosi.
Andrenidae
Api dalla lingua corta, sono comunemente chiamate “api della sabbia” perché nidificano in terreni nudi o scarsamente vegetati. Queste specie sono globalmente oligolettiche. Nell’ecologia dell’impollinazione, questo termine si riferisce al foraggiamento specializzato di un singolo tipo di polline, e quindi un singolo genere di piante da fiore. Andrena curvungala si concentra ad esempio solo sui fiori di campanula e andrena cineraria sui denti di leone.
Halictidae
Questa famiglia di specie (halictus, lasioglossum) generalmente adotta lo stesso comportamento degli andrenidae, rendendolo un altro impollinatore specializzato. Costruiscono il loro nido nel seminterrato e possono adottare determinati rituali sociali. È in questa categoria che troviamo gli esemplari più piccoli (tra 3 e 4 millimetri).
I coltidi
Chiamate anche api stuccatrici, queste api (colleti, ileo) scavano il loro nido nel terreno e lo rivestono con una sostanza simile alla pellicola trasparente. La loro particolarità fisica sta nella lingua corta, e spesso tronca o bifida (spaccata in due, come nei serpenti).
Melittidi
Riconoscibili dal corpo peloso e dai tronchi pelosi sulla parte posteriore, queste api (dasypoda, macropis, melitta) sono anche terricoli e raccolgono il polline sulle zampe posteriori.
api cucù
Quest’ultima categoria si trova in realtà in diverse famiglie: sphecodes negli Halictidae, coelioxys O stelis per i Megachilidae, o anche nomada, epeolus, ammobates per Apidi. Più che un gruppo particolare, si tratta più di un comportamento. Questi insetti solitari sono infatti cleptoparassiti e invadono i nidi di altre specie, permettendo alle loro larve di svilupparsi a spese della prole dell’ape operaia.
Non devono essere confusi…
Le api vengono regolarmente confuse con le vespe. Questi cugini sono in realtà più grandi, poco pelosi, e hanno una vita molto sottile (da qui la famosa espressione). Adottano una dieta onnivora, che li porta spesso in estate a venire ad interessarsi al contenuto del nostro piatto! L’ape, dal canto suo, non se ne interessa mai, in quanto si nutre esclusivamente di nettare o polline. Le vespe possono pungere più volte e le femmine se ne prendono cura. Questi insetti hanno quindi una pessima fama, anche se annoverano anche tra gli impollinatori selvatici.
Il calabrone europeo può anche essere associato all’ape. Non è pericoloso, anche se le sue grandi dimensioni e il suo volo rumoroso tendono a spaventare. Il calabrone asiatico, invece, ha la particolarità di attaccare api e alveari per nutrire le sue larve, il che lo rende una specie invasiva e temuta.
Finalmente i sirfidi possono essere facilmente scambiati per api. Appartenenti alla famiglia dei Ditteri, come le mosche, hanno solo due ali. È comunque un ottimo impollinatore, e un prezioso alleato in giardino come predatore di afidi.
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