Il termine “batrachian” può essere spesso utilizzato per designare “anfibi”. Le due parole si riferiscono alla stessa categoria di animali o si tratta di una diffusa confusione? Se questa seconda ipotesi è corretta, quali sono le ragioni? Il nostro articolo ti dice gli elementi essenziali da sapere su anfibi e batraci.
Chi sono gli anfibi?
Il termine anfibio è composto da due termini greci, il primo “amphi” che significa “doppio” e il secondo “bios” che significa “vita”. Gli anfibi avrebbero quindi la possibilità di morire una volta per poi rinascere? NO ! Il termine si riferisce al fatto che la vita di un anfibio si divide in due fasi: una acquatica e l’altra terrestre (alcuni anfibi rimangono acquatici).
A pensarci bene, l’animale deve subire trasformazioni di una profondità incredibile per poter passare da un ambiente all’altro. Passa dalla respirazione branchiale, che gli permette di vivere stabilmente sott’acqua, alla respirazione polmonare, avvicinandosi alla nostra. Questo secondo permette alcune incursioni sott’acqua, come siamo capaci, a patto di trattenere il respiro. Ma gli anfibi si distinguono anche per la loro capacità di respirare attraverso la pelle, che consente agli adulti di ibernare sul fondo di stagni o pozze.
Ma chi sono questi anfibi? Rane e rospi (detti anuri), salamandre e tritoni (detti anche urodeli) e gimnofoni, detti anche senza gambe.
Una volta adulti, gli anfibi sono per lo più carnivori. Il loro cibo varia naturalmente a seconda del loro ambiente: coleotteri, bruchi, lombrichi, ragni, formiche, termiti. Alcuni possono integrare con le piante. I loro denti sono caratteristici perché sono piccoli e per lo più articolati.
I primi animali simili ad anfibi apparvero durante il Devoniano, circa 370 milioni di anni fa. Gli animali che conosciamo oggi sono il risultato di una lunghissima evoluzione: sono peraltro designati come anfibi “moderni”.
Qual è la relazione tra anfibi e batraci?
Devi sapere però che il termine “batrachos” significa, in greco, rane. Ma i batraci non si limitano alle sole rane. I batraci formano infatti un gruppo che corrisponde agli anfibi, esclusi i gimnofoni. Gli anfibi sono anche anfibi!
Le rane sono comunque presenti in gran numero poiché il 90% delle specie di anfibi sono rane. Nel 2019, la IUCN (International Union for Conservation of Nature) ha stimato che il 40% degli anfibi fosse sull’orlo dell’estinzione. Questa scomparsa è iniziata alla fine degli anni ’80, e questo in tutto il mondo. All’interno della IUCN è stato creato un gruppo di specialisti di anfibi per definire una strategia globale di conservazione globale. Dal 2007 ilArca anfibia attuare le raccomandazioni.
Alcuni anfibi non hanno i polmoni
Se abbiamo accennato al passaggio da una vita acquatica (per larve e girini) a quella aerea (per giovani e adulti) reso possibile dalla comparsa dei polmoni, questa regola non vale però per tutti gli anfibi. Mentre alcuni di loro usano la pelle come sistema di respirazione secondario, alcune piccole salamandre e rane terrestri respirano solo attraverso la pelle, essendo prive di polmoni.
La prima specie di rana senza polmoni è stata scoperta nel 1978, in Indonesia: lo è Barbourula kalimantanensis. Conoscevamo già le salamandre senza polmoni, ma non le rane. I tetrapodi, cioè animali con quattro arti, senza polmoni sono rari. Come spiegare questa singolarità? Gli scienziati hanno poche spiegazioni. Possono vedere solo quello Barbourula kalimantanensis vive in fiumi veloci e freddi. Tale acqua ha un contenuto di ossigeno più elevato rispetto agli ambienti in cui l’acqua è più calda e il flusso meno forte. Allo stesso tempo, la piccola rana ha un basso fabbisogno di ossigeno. Questa rana è inoltre caratterizzata da una morfologia molto piatta, che aumenta la superficie cutanea disponibile per gli scambi gassosi. Essendo già noto che gli anfibi respirano parzialmente attraverso la pelle, tenendo conto di questi elementi, l’evoluzione naturale ha permesso la scomparsa dei polmoni senza conseguenze per la sopravvivenza della specie, tanto più che si può immaginare che la presenza di polmoni, che fungono da galleggianti, potrebbe costituire un handicap, aumentando il rischio di essere travolti da forti correnti.
Data l’importanza della pelle, sia che sia coinvolta nella respirazione principale che in quella secondaria, ha bisogno di essere protetta. Per evitare che si secchi, gli anfibi utilizzano le secrezioni delle ghiandole mucose, situate principalmente sulla testa, sul dorso e sulla coda, che mantengono umida la pelle.
Non possiamo concludere questo breve articolo dedicato agli anfibi senza menzionare una delle ultime sorprese che li riguardano: nel 2017 i ricercatori hanno scoperto una nuova rana: Hypsiboas punctatus che vive in quota in Sudamerica. Si distingue per la presenza di molecole fluorescenti, fenomeno mai osservato prima in questo animale.
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