Il serval è un magnifico felino che si trova in Africa. Sembra un grosso gatto selvatico della savana. Abbastanza facile da addomesticare, questo animale idolatrato dagli antichi egizi si risente di essere separato dal suo padrone. Attenzione però a non allevare un serval volenteroso, poiché il suo possesso così come la sua commercializzazione sono regolamentati. Scopriamo le principali caratteristiche del serval il cui incrocio con un gatto domestico è all’origine del Savannah, una grande razza di gatto che esiste solo dal 1986.
Serval: caratteristiche principali
Il server (Leptailurus serval) è un carnivoro che appartiene alla famiglia di Felidi e genere Leptailurus di cui è l’unica specie. È uno dei carnivori più diffusi nel continente africano, si trova principalmente nella savana dove, per la presenza di paludi, l’erba è alta e l’umidità onnipresente.
Ha lo stesso antenato del leone, ma possiamo anche notare che il solo serval costituisce una stirpe ben precisa. Non potrebbe quindi essere assimilato ad altri felini, ad eccezione del caracal (caracal caracal) e il gatto dorato africano (caracale aurata) al quale potrebbe avvicinarsi come sembra dimostrato da alcuni studi scientifici effettuati a partire dalle analisi del DNA.
Il serval è snello, con gambe sottili e snelle e collo lungo. La sua testa stretta è sormontata da due orecchie arrotondate. A seconda dell’individuo, la pelliccia ha macchie o punti. Può anche essere semplicemente segnato a livello della coda dove possiamo vedere anelli e macchie sulla fronte. Inoltre, il colore del serval è variabile. Alcuni hanno la pelliccia nera. Un particolare genotipo chiamato melanismo. Si sono verificati anche alcuni rari casi di serval con mantello bianco a causa di un deficit pigmentario: leucismo detto anche leucismo. È una particolarità genetica.
In età adulta il maschio misura al massimo 66 cm al garrese, 112 cm di lunghezza per un peso compreso tra 12 e 26 kg. La femmina è più piccola, meno lunga e il suo peso può variare dai 10 ai 16 kg. L’aspettativa di vita del serval è di circa vent’anni.
Serval: cibo
Questo carnivoro della savana africana è crepuscolare, cioè caccia dal tramonto all’alba. Si nutre principalmente di piccoli animali del peso massimo di 200 g come iraci, conigli, ratti, rane e persino insetti. Ma occasionalmente può affrontare i dik-dik appartenenti al genere Madok che altro non sono che antilopi nane di peso compreso tra 3 e 6 kg.
Il serval divora la sua preda intera quando si tratta di piccoli animali, ma rifiuta zoccoli, interiora, becco e pelli di quelli più grandi. Può fare salti di 3 metri e raggiungere velocità di 80 km/h grazie alle sue lunghe zampe che gli permettono di cacciare efficacemente animali veloci.
È un ottimo cacciatore che riesce a catturare più della metà delle prede che insegue. Dopo averlo afferrato, gioca per qualche istante con la sua vittima poi la uccide. Non esita a difendere il proprio sostentamento opponendosi ad altri predatori in maniera estremamente feroce. Il livello di aggressività nei serval in questi momenti è ancora più alto nei maschi che nelle femmine.
Serval: allevamento
Nei servali, la gestazione può durare da 2 a 2 mesi e mezzo. Ogni femmina può avere fino a 2 cucciolate all’anno, ciascuna delle quali può avere un massimo di 3 piccoli. Li accudisce e li tiene al sicuro in un nido fatto in mezzo all’erba alta, tra gli arbusti, o anche in una tana abbandonata da altri animali come ad esempio gli oritteropi. I giovani servi raggiungono la maturità sessuale a 2 anni di età.
Oggi ha aree deserte ad alta concentrazione umana. Anche se cacciato per la sua pelliccia, il serval non è attualmente una specie in via di estinzione. È quindi elencato come Least Concern nell’elenco delle specie minacciate di estinzione.
Tuttavia, la sua commercializzazione e il suo possesso sono regolamentati dal 2004 in Francia e da una modifica del 2010, un’ordinanza stabilisce che solo gli allevamenti regolamentati e quelli autorizzati a presentare al pubblico animali di specie non domestiche sono autorizzati a detenere servi. La sua detenzione è quindi soggetta ad autorizzazione prefettizia e l’interessato deve essere munito di un certificato di capacità. Si noti che questo carnivoro che pesa più di 6 kg è classificato come specie pericolosa, secondo il decreto del 5 agosto 2008.
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