Zoofarmacognosia nel cane: spiegazioni

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La zoofarmacognosia si basa sull’osservazione del comportamento degli animali in natura. Dalle scimmie ai pappagalli ai bruchi, molti animali praticano l’automedicazione per curare i loro disturbi. Sebbene addomesticato, il cane avrebbe mantenuto questa innata capacità di individuare le piante contenenti componenti benefici per la sua salute. Per gli specialisti in zoofarmacognosia è sufficiente presentargli le piante che avrebbe potuto trovare in natura e fargli ingerire i prodotti come desidera. Decrittazione di un metodo delicato.

Le origini della zoofarmacognosia

Creato negli anni ’90, il termine zoofarmacognosia trova la sua genesi nelle parole greche zoo (animale), pharma (medicina) e gnosis (conoscenza). Questa disciplina si basa sul processo naturale mediante il quale gli animali si automedicano utilizzando piante, terra o addirittura insetti per curare o prevenire le loro malattie. Nel 1978, l’americano Daniel Janzen – professore di biologia – fu il primo a discutere la capacità degli animali di alleviare alcuni disturbi attraverso l’ingestione di piante con composti biologicamente attivi.

La zoofarmacognosia si basa sull’osservazione

Secondo il biologo americano, il comportamento di automedicazione proprio di alcuni animali si spiega con un istinto innato che permette loro di riconoscere i benefici delle piante medicinali presenti nel loro ambiente. Ad esempio, le scimmie come gli scimpanzé consumano le foglie di Aspilia perché, ruvide e provviste di piccoli peli, provocano la rapida espulsione dei parassiti intestinali. Gli uccelli, come alcuni pappagalli, ingeriscono l’argilla per favorire la digestione mentre alcune specie di bruchi mangiano piante ricche di alcaloidi quando vengono parassitate. Infine, tutti i proprietari di cani hanno già visto il loro animale domestico ingerire erba per provocare il vomito. Oltre alle piante, anche il carbone e i funghi (che si dice siano tossici per l’uomo) vengono ingeriti dagli animali per curare i loro disturbi.

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Principio di zoofarmacognosia nel cane

Grazie ad un acuto senso dell’olfatto, gli animali selezionano le piante i cui principi attivi riescono ad alleviare il loro dolore. Perché un cane sceglie un tipo di erba e non un altro? Perché i suoi sensori olfattivi – combinati con neurotrasmettitori e ormoni – possono analizzare i composti chimici contenuti nelle piante. Secondo gli specialisti in zoofarmacognosia, gli animali domestici forse non hanno più la capacità di cercare i loro rimedi in natura, ma hanno conservato la capacità innata di individuarli. Si tratta quindi di metterlo a loro disposizione.

Prodotti e metodi utilizzati in zoofarmacognosia

Gli esperti di zoofarmacognosia utilizzano prodotti naturali come oli essenziali, estratti vegetali, acque floreali, argille, alghe… tutte piante disponibili sotto forma di macerato, polveri o erbe essiccate. L’applicazione della zoofarmacognosia mira quindi a presentare questi rimedi al cane rispettando una metodologia precisa e poi a lasciare che l’animale agisca come desidera: può inalare, leccare, ingerire e, se non sente alcuna utilità, ignorarlo.

Quali sono i disturbi da trattare nei cani?

Accanto alle cure veterinarie, gli specialisti di zoofarmacognosia spiegano che questo approccio dolce permette al cane di ritrovare l’equilibrio fisico, fisiologico ed emotivo agendo sui seguenti disturbi (non esaustivo):

  • Allergie
  • Problemi dermatologici con o senza prurito
  • Infezioni e infezioni dell’orecchio
  • Problemi digestivi
  • Problemi agli occhi, congiuntivite
  • Danno osteoarticolare o muscolare
  • Dolore
  • Ferite, piaghe
  • Parassiti interni ed esterni
  • Paura, insicurezza
  • Iperattività
  • Aggressività, irritabilità
  • Iperattaccamento
  • Abbaiare incessante
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Come si svolge una seduta di zoofarmacognosia?

Nel corso di una consulenza per un trattamento di zoofarmacognosia, lo specialista cercherà innanzitutto di individuare il problema sul quale è necessario agire per orientare la scelta dei trattamenti da proporre all’animale. I rimedi vengono presentati uno dopo l’altro, secondo una metodologia ben precisa che consiste nel partire da piante e oli per meglio indirizzare i bisogni del cane. L’animale li inala e mostra immediatamente la sua reazione. Mai costretto, è libero di allontanarsi da una pianta per indicare che non gli va bene o che ne ha ottenuto abbastanza. Osservando attentamente il comportamento del suo paziente, l’esperto in zoofarmacognosia potrà decifrare il messaggio inviatogli dal cane e che guiderà il metodo di cura.

Quali risultati possiamo aspettarci dalla zoofarmacognosia nel cane?

Durante le consultazioni, la quantità e il prodotto di cui l’animale ha bisogno varia da soggetto a soggetto e per la stessa patologia due animali possono scegliere rimedi diversi. Secondo gli specialisti di zoofarmacognosia, una seduta di trattamento darà risultati più o meno rapidi a seconda dell’individuo. Per alcuni, i guadagni saranno immediati mentre per altri richiederanno diverse consultazioni. Gli effetti dipendono dalla sensibilità dell’animale al trattamento e dalle caratteristiche del disturbo da risolvere: se è recente, vecchio, lieve o cronico. La zoofarmacognosia non fornisce cure veterinarie, gli esperti avvertono di questa terapia delicata, la integra.

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